I qanat di Palermo sono una spettacolare opera idraulica che si sviluppa al di sotto dell’intera città. La tecnica dei qanat è stata inventata dai persiani, mutuata dagli arabi e diffusa in tutto il Mediterraneo.
Si tratta di un ottimo espediente per rifornire d’acqua quelle città che pativano un clima arido e mancavano di sufficienti sorgenti. Sono dei veri e propri acquedotti sotterranei: strette gallerie scavate per decine e decine di chilometri dai muqanni, i maestri d’acqua arabi, nella friabile calcarite, una roccia del Quaternario diffusissima a Palermo. Queste gallerie, intercettando le falde acquifere delle zone pedemontane della Conca d’Oro, trasportavano l’acqua in città sfruttando una leggerissima pendenza, inferire allo 0,5%. Questo tipo di pendenza, comportando un flusso costante ma lento, proteggeva le pareti dal dannoso effetto erosivo.
I qanat venivano sfruttati anche per creare l’ambiente fresco tipico delle cosiddette camere dello scirocco: stanze ipogee in cui, utilizzando i flussi d’aria, la temperatura era di gran lunga più bassa rispetto agli altri luoghi della casa. Si tratta né più né meno che degli antichi condizionatori d’aria, in poche parole. Le Camere dello scirocco erano utilizzate soprattutto nel XVIII secolo nelle ville di campagna in cui la nobiltà veniva a villeggiare durante la stagione calda.
Tre sono i qanat visitabili: il gesuitico basso o della Vignicella, il gesuitico alto e quello dell’Uscibene. In quest’ultimo si trova anche una camera dello scirocco. Tra i tre, vi consigliamo di visitare il primo.