Il Gran Caffè Gambrinus in Piazza Trieste e Trento è da oltre un secolo tappa obbligata per chiunque venga a visitare la città di Napoli. Rinomato caffè letterario, il Gambrinus è il salotto in cui intellettuali e artisti italiani e stranieri di ieri e di oggi si ritrovano per discutere di politica, letteratura e arte. Le meravigliose sale del caffè hanno visto il passaggio di personalità del calibro di Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Sartre, Croce, D’Annunzio, Ernesto Murolo, Totò, Eduardo Scarpetta e i Fratelli De Filippo.
Il locale nasce nel 1860 come Gran Caffè e subito diventa il salotto della città. La maestria dei più bravi pasticceri, gelatai e baristi europei fa sì che entri nella rosa dei “Fornitori della Real Casa”, onorificenza che i Borbone riconoscevano solo ai migliori fornitori del Regno delle Due Sicilie. E’ nel 1890, dopo un’accurata ristrutturazione, che il Gran Caffè diviene Gran Caffè Gambrinus. Le sue sale, denominate in base all’argomento in esse discusso, si arricchiscono di preziose opere d’arte: marmi di Jenny e Fiore, stucchi di Bocchetta, bassorilievi del Cepparulo. I più noti paesaggisti partenopei ne decorano le pareti.
Il nome Gambrinus, leggendario re delle Fiandre inventore della birra, fu associato alla parola caffè con l’intenzione di creare nell’immaginario l’associazione tra le due più famose e tanto diverse bevande del continente. Ritenuto luogo di ritrovo antifascista, il Gambrinus viene chiuso nel 1938. Ma Napoli senza il suo cuore pulsante non può stare e agli inizi degli anni Settanta il locale risorge e riprende il suo posto nella vita della città grazie all’intervento di Michele Sergio. I figli di Michele, Arturo e Antonio, oggi continuano a seguire le orme del padre e a prendersi cura del grande storico caffè letterario di Napoli.